Allattamento e sviluppo del cranio: il punto di vista osteopatico.

Allattamento e sviluppo del cranio: il punto di vista osteopatico.

Allattamento e sviluppo del cranio.

L’allattamento del neonato-lattante influisce sullo sviluppo del cranio?

La crescita simmetrica del cranio dipende dall’elasticità delle suture e delle sincondrosi. La riduzione dell’elasticità di una o più suture può ridurre la crescita delle ossa contigue e di conseguenza altera lo sviluppo cranico.

allattamentoMentre la composizione chimica del latte materno ed il suo effetto positivo sul sistema immunitario sono ormai noti, il vantaggio meccanico dell’allattamento, per lo scheletro cranio-facciale, è ancora poco conosciuto. Alcuni studi dimostrano che i bambini allattati al seno hanno meno problematiche relative alla masticazione, un palato più basso, un miglior allineamento dei denti e delle migliori ossa zigomatiche rispetto ai bambini allattati artificialmente.

Dal punto di vista osteopatico lo sviluppo fisiologico ottimale del cranio riveste un ruolo fondamentale. L’allattamento influenza l’elasticità delle suture e della sincondrosi sfeno-basilare, ottimizzando lo sviluppo del cranio del bambino.

Suzione e deglutizione: la fisiologia.

allattamentoQuando la mandibola si abbassa, durante la suzione il volume in bocca aumenta. La pressione intra-orale si abbassa da 760 mmHg a 60 mmHg. Questo cambiamento avviene tra la parte superiore del palato e la sua parte inferiore nella cavità orale. La depressione che si verifica nella suzione del seno risulta maggiore  rispetto a quella artificiale (biberon).

Uno studio condotto da Ardran nel 1958 verificò che i movimenti della lingua e della mandibola giocano un ruolo fondamentale nell’aspirazione del latte dal capezzolo. Un’altro dato importante che venne alla luce fu che durante l’allattamento tramite biberon venne osservata una minor attività dei muscoli della lingua e della mandibola.

Suzione e deglutizione, durante l’allattamento, si susseguono senza che si possano distinguere le due fasi. In questo processo vengono attivati i muscoli della lingua, delle labbra e della faccia in sinergia con la muscolatura del velo e del faringe.

La maggior parte del latte affluisce durante l’apertura massimale della mandibola; il vuoto che si viene a creare e i movimenti peristaltici della lingua all’interno della cavità orale provocano l’aspirazione del latte.

allattamentoLa suzione.

La suzione consiste in 2 fasi:

  1. abbassamento della mandibola;
  2. innalzamento della mandibola.

Durante queste 2 fasi avviene una costante contrazione del muscolo orbicolare della bocca in sinergia con i muscoli buccinatore e costrittore del faringe. Le labbra avvolgono l’areola del capezzolo ed impediscono che questo possa sfuggire dalla bocca del bambino.

1 – Abbassamento della mandibola.
  • La  propulsione della lingua comprime il capezzolo ed una parte dell’areola contro le arcate dentarie superiore ed inferiore.
  • Il muscolo palato glosso spinge la radice della lingua contro il palato molle, in collaborazione con lo sfintere faringo-linguale.
  • Il condotto naso-faringeo viene chiuso dallo sfintere velo-faringeo, così da mantenere lo spazio ermetico della porzione anteriore della bocca grazie alla contrazione costante delle labbra e nella parte posteriore grazie all’attivazione dello sfintere velo-faringeo.
  • La mandibola si abbassa sotto la contrazione dei muscoli ioide con una contemporanea protrusione mandibolare per la contrazione del muscolo pterigoideo esterno e della parte superficiale del muscolo massetere. In questo modo viene incrementato il volume all’interno della cavità orale.
  • In conseguenza all’aumento di volume intra-orale, viene a formarsi un vuoto nella cavità orale che porta all’aspirazione del latte nella stessa. La pressione scende da 760 mmHg (pressione atmosferica) a 60 mmHg. Il vuoto che si instaura durante la suzione al seno è maggiore rispetto a quello che si forma con un biberon.
2 – Innalzamento della mandibola.
  • Grazie all’innalzamento ed alla contemporanea detrazione della mandibola, la pressione ritorna ad un livello leggermente inferiore rispetto alla pressione atmosferica, che manteneva uk vuoto intra-orale.
  • La lingua compie un movimento antero-posteriore peristaltico nel quale la sua punta spinge contro il capezzolo. La parte mediale della lingua forma un’ansa per poter accogliere il latte. In questa fase il latte proveniente dal capezzolo viene compresso.
  • Il bambino continua a succhiare fino a quando non si attiverà il riflesso della deglutizione.

All’inizio del pasto il neonato/lattante poppa anche in assenza di produzione di latte. Grazie alla contrazione del muscolo orbicolare della bocca ed alla propulsione della lingua e la protrusione della mandibola vengono stimolati i recettori nervosi presenti a livello del capezzolo e dell’areola. Attraverso la secrezione degli ormoni Prolattina e Ossitocina da parte dell’ Ipofisi, viene attivato il “riflesso lattifero”.

La deglutizione durante l’allattamento al seno.

allattamentoLa deglutizione viene avviata grazie ad una potente contrazione dei muscoli: orbicolare della bocca e buccinatore, che mantengono il contatto con l’areola del capezzolo mentre il latte scorre nella cavità orale. La punta della lingua spinge contro l’arcata dentaria e la base del capezzolo, mentre  la sua parte mediale forma un’insenatura nella quale si raccoglie il latte.

La radice della lingua  si abbassa per liberare il passaggio verso il faringe. Il palato molle spinge in direzione poter-laterale contro la parete del  faringe e, di conseguenza, impedisce che il latte scorra all’interno della cavità nasale. Successivamente segue il movimento peristaltico del faringe, con il sollevamento del faringe e della laringe. In questo modo l’epiglottide si chiude verso il basso ed il latte può scorrere successivamente in direzione dell’esofago e non nelle vie aeree.

La Respirazione.

Nell’allattamento al seno, il bambino è costretto a respirare con il naso; se aprisse la bocca perderebbe il capezzolo e verrebbe a mancare il vuoto necessario per la suzione del latte materno.

La respirazione durante la suzione.

Chancholle sostiene che i bambini allattati al seno non possano respirare e succhiare contemporaneamente. Per poter mantenere il forte vuoto necessario alla suzione del latte, sia il naso-faringe sia l’oro-faringe, devono risultare chiusi. Il passaggio attraverso il naso-faringe si apre solo quando il palato molle si rilassa. Di conseguenza, nella fase di abbassamento mandibolare non si può respirare.

Bu’Lock e Selley invece, sostengono il contrario. Per loro la chiusura tra palato molle e radice della lingua (oro-faringe) è sufficiente per instaurare l’abbassamento pressorio. Le loro ricerche sono state effettuate principalmente su bambini allattati artificialmente, per i quali non è necessario un forte abbassamento pressorio durante la suzione del latte.

Nell’allattamento artificiale, il passaggio tra il naso ed il faringe rimane parzialmente aperto e permette la contemporanea suzione e respirazione.

La respirazione durante la deglutizione.

Laitmann e Talmant sono d’accordo nel sostenere che i neonati/lattanti possano contemporaneamente  respirare e deglutire. La motivazione  di questa tesi viene trovata  nella posizione elevata della laringe rispetto all’oro-faringe, nei neonati. In questo modo l’epiglottide  può avere un contatto diretto con il palato molle.

I ricercatori ne conseguono che l’aria possa fluire dal faringe verso le vie aeree inferiori, mentre il latte può scorrere da entrambi i lati della faringe nel seno del piriforme.

Gli studi di Ardran, Bu’Lock, Weber e Selley, dimostrano invece che la respirazione viene interrotta durante la deglutizione. La fase di deglutizione avviene normalmente in una pausa tra l’espirazione e l’inspirazione o viceversa.

La suzione e la deglutizione nell’allattamento artificiale.

allattamentoCome già evidenziato in precedenza, il vuoto che viene a crearsi durante la suzione con un biberon, è inferiore rispetto all’allattamento al seno: il latte esce dal biberon già in presenza di una ridotta pressione sub-atmosferica.

Nell’allattamento artificiale risulta superfluo il complesso lavoro muscolare necessario invece nell’allattamento al seno, per poter raggiungere l’abbassamento pressorio. Vi è un’esigua attività muscolare: il muscolo orbicolare della bocca non deve garantire uno spazio privo di vuoto intorno alla tettarella e, di conseguenza, i muscoli mimici risultano meno attivi.

Nell’allattamento artificiale il neonato/lattante non deve continuamente respirare con il naso perché può aprire la bocca senza perdere la tettarella.

Siccome in questo tipo di allattamento non è necessario un grande abbassamento pressorio, non c’è bisogno della massima escursione mandibolare e non è necessaria la protrusione in concomitanza con l’abbassamento. Quando il bambino succhia il biberon è richiesta anche una minima attività da parte dei muscoli della lingua. Al contrario, rispetto ai movimenti peristaltici di questo muscolo nell’allattamento al seno, la lingua intorno alla tettarella lavora più come uno stantuffo che regola il flusso del latte.

La lingua dei bambini che vengono allattati con il biberon ha una minor forza censiva e rimane posteriormente nella suzione e nella deglutizione. La deglutizione avviene con un’esigua propulsione delle labbra, della lingua e con poca protrusione della mandibola se il bambino succhia il biberon.

Conclusioni.

In conclusione, la risposta alla domanda “L’allattamento del neonato-lattante influisce sullo sviluppo del cranio?”, non può che essere: sì, ma non solo.  L’allattamento, o meglio, la tipologia di allattamento e le modalità (posture, posizioni), influiscono anche sulla muscolatura, in particolare della faccia (muscolatura mimica), della lingua e quindi di conseguenza del collo. Se consideriamo il concetto delle catene muscolari ripreso da vari autori come Struyf-Denys,  Meyers o Busquet, possiamo evincere che, di conseguenza, ne sarà coinvolto di riflesso poi tutta la Postura.

La nostra postura è il riflesso di tutte le esperienze che facciamo da quando si è concepiti, per cui è difficile dire in che percentuale l’allattamento possa influenzare la postura, ma siamo sicuri che in qualche modo influisce. 

Rivolgersi ad un Osteopata.

L’osteopatia in ambito pediatrico può fornire un valido supporto, agendo sulle disfunzioni che potrebbero causare, ad esempio, una suzione non adeguata, una respirazione difficoltosa, un reflusso troppo abbondante o una digestione difficoltosa.

In prima istanza però è necessario verificare che dal punto di vista medico non vi siano altre  problematiche di alcun genere. In questo senso il vostro Pediatra vi sarà sicuramente di supporto nel caso reputi necessario un’approfondimento dal punto di vista medico.

Una volta verificato ciò, allora può essere il caso di rivolgersi ad un Osteopata, specializzato in Osteopatia Pediatrica.