IL BRUXISMO.
Con il termine bruxismo si inquadra una condizione in cui si digrignano i denti, sfregando l’arcata superiore contro l’inferiore. E’ una condizione abbastanza frequente e dipende dall’involontaria contrazione dei muscoli masticatori (es. massetere e buccinatore). Nella maggior parte dei casi si verifica in prevalenza di notte e può causare diversi disturbi: usura dei denti, dolore alla mandibola e mal di testa.
Cos’è il bruxismo?
Chi soffre di bruxismo digrigna in maniera involontaria i denti. Non vi è una causa specifica per questo movimento della mandibola e per questo il bruxismo viene definita una parafunzione. Nella maggior parte dei casi si manifesta di notte ed in molti di questi determina dei problemi ai denti. Quando è molto frequente porta ad un’usura importante dello smalto dei denti, aumentandone anche la sensibilità al caldo e al freddo. Per questo motivo principalmente, viene consigliato l’utilizzo di una mascherina dentale chiamata bite. Talvolta il bruxismo risulta essere così rumoroso che ad accorgersi per primo della condizione è il partner durante il sonno.
La differenza tra bruxismo e clenching.
Mentre il bruxismo si presenta con il digrignamento dei denti, il clenching rappresenta il serramento forzato dei denti. Nel serramento (clenching) i denti restano a contatto troppo a lungo con una contrazione isometrica dei muscoli e dell’articolazione temporo-mandibolare. Questi atteggiamenti, prolungati nel tempo, sono un danno non solo per il cavo orale, ma si ripercuotono con effetti posturali e articolari non indifferenti.
Se normalmente i denti vengono in contatto per non più di 20 minuti al giorno (durante la masticazione o mentre parliamo), nel bruxismo i denti sono in contatto anche 6-8 ore su 24, il che significa che in termini di consumo di denti una settimana come bruxista equivale a un mese per un soggetto normale (che non soffre di parafunzioni).
Le parafunzioni possono essere anche diurne, ad esempio durante l’orario di lavoro o durante la pratica sportiva e sono in genere più complicate da gestire e in questi casi l’aspetto psicologico e la gestione dello stress contano ancora di più nella risoluzione del problema.
Cause e sintomi
È difficile indicare una causa specifica del bruxismo. Alcuni studi scientifici hanno individuato numerosi fattori che possono concorrere a provocare tale disturbo, tra i quali ansia e stress. Tra le varie cause possono esserci anche problemi emotivi e psicologici, disturbi del sonno, una malocclusione o più raramente, una risposta muscolare ad una malattia neurodegenerativa. Ad esempio, quando i bambini digrignano i denti potrebbe essere dovuto al tentativo di alleviare il dolore di un’otalgia o un mal di denti, ma anche tutti gli eventi che sottopongono il bambino ad uno stress. Esempio classico può essere l’arrivo di un fratellino/sorellina. Quando accade di solito provoca ansia, gelosia ed il timore di non avere più un posto nel cuore dei genitori. Altre cause possono essere individuate in problemi a scuola o in famiglia.
Nell’adulto fattori come il fumo, l’abuso di alcolici e caffeina o il consumo di droghe possono innescare sia il bruxismo che il clenching.
Diagnosi.
Per la diagnosi di bruxismo o clenching può essere sufficiente una visita medica del dentista, che ispezionerà la salute dei denti verificando l’occlusione, l’usura, le lesioni, la sensibilità dei muscoli della mascella. E’ possibile anche accorgersi in autonomia del problema, i sintomi sintomi principali sono:
- dolore alla mandibola;
- dolore alle orecchie;
- mal di testa soprattutto nella zona temporale;
- aumento della sensibilità dentale;
- lesioni e/o usura dei denti.
Nel tempo il bruxismo e il serramento possono portare anche ad alterazioni della conformazione anatomica dell’articolazione temporo-mandibolare che possono manifestarsi con un ‘click’ mandibolare durante l’apertura della bocca per masticare o sbadigliare ad esempio. Lo scatto della mandibola può associarsi a dolore dell’articolazione e provocare acufeni e difficoltà masticatorie. Anche problematiche relative ai denti del giudizio, in particolare quelli dell’arcata superiore, se mal posizionati, possono scatenare problematiche di natura funzionale.
Nel caso di click mandibolare lo stress o ad esempio la cattiva abitudine di mangiarsi penne e matita o di mordere la pipa possono influire, sebbene esistano condizioni anatomiche congenite predisponenti che sono spesso determinanti.
Come è possibile trattare le problematiche di bruxismo e clenching?
Trattandosi di problematiche con un’importante componente psicosomatica, il trattamento prevede diverse aspetti. Uno degli aspetti principali è la protezione denti, attraverso l‘utilizzo di un bite, da indossare durante la notte per evitare che lo sfregamento dei denti consumi lo smalto. Un’alternativa al bite è la placca di svincolo o di miorilassamento. Di norma viene utilizzata su pazienti che presentano forti usure occlusali da digrignamento (bruxismo), su pazienti serratori (clenching) o con lievi disturbi muscolari e su pazienti disfunzionali (es. click mandibolare).
L’utilizzo di tecniche di rilassamento per alleviare lo stress. In alcuni casi, può essere necessario l’uso di psicoterapia per contrastare i problemi emotivi alla base del disturbo.
In alcuni casi può essere necessario ricorrere a cure dentali, per la correzione della malocclusione, per riallineare le mandibole e per ridurre i punti di contatto anomali tra i denti.
A livello farmacologico, i farmaci che possono avere una qualche efficacia sono i mio rilassanti, ovviamente sempre sotto sorveglianza e prescrizione medica.