Il torcicollo.
Il torcicollo è una postura errata del collo: la testa si flette lateralmente in una direzione, mentre il mento punta nella direzione opposta. La causa più comune è di tipo muscolare. E’ raro che il torcicollo possa essere il risultato di anomalie del cervello e del midollo spinale. Può invece originarsi come compensazione funzionale allo strabismo. Può essere secondario alla plagiocefalia oppure può essere il fattore primario per cui quest’ultima si sviluppa. (Clarren 1981, Peitisch et al. 2002).
Il torcicollo infantile è anche stato associato con la scoliosi toracica. (Cheng & Au 1994).
Magoun descrive il torcicollo congenito come un segno di irritazione del nervo accessorio*, conseguente agli strain presenti nella base cranica. (Magoun 1973).
[* XI paio di nervi cranici, che innerva, tra gli altri, il muscolo trapezio e lo SCOM (Sterno-Cleido-Mastoideo)].
Nei bambini più grandi la causa più comune è uno strain muscolare; più raramente avviene in seguito ad infezioni delle vie respiratorie. Principalmente, il torcicollo è dovuto ad uno spasmo o ad una lesione del muscolo sternocleidomastoideo, ma nel torcicollo congenito sono interessati anche i muscoli scaleni ed il muscolo trapezio. Lo strain può comparire durante il parto o può essere dovuto alla posizione assunta in utero. Spesso non viene diagnosticato finché il bambino non raggiunge le 4/6 settimane di vita. E’ questo il momento, in genere, in cui i genitori e/o il medico pediatra, si accorgono del portamento anomalo della testa o della comparsa di una parte appiattita, dovuta alla posizione persistente della testa.
Segni e sintomi.
Quando il torcicollo è causato da uno spasmo dei muscoli scaleni, oltre ad un’ipertono muscolare, solitamente è presente anche una disfunzione delle prime 2 coste. Possono essere associati anche strain della base cranica e/o del tratto cranio-cervicale. Spesso i sintomi cranici non rispondono al trattamento finché non viene risolta la disfunzione dei mm. scaleni; questo può far ipotizzare che siano una conseguenza del torcicollo.
I sintomi cranici possono anche essere primari in alcuni casi, per cui è opportuno trattarli per primi per poter ottenere dei miglioramenti nel collo. A volte non è semplice determinare quale sia la causa primaria, ma vi sono indizi sui quali è possibile lavorare.
Quando la causa primaria è uno strain della base cranica, l’indizio più significativo si trova a livello dell’occipite e dei condili, anche se potrebbe esserci stata anche una compensazione a livello dello sfenoide. L’asimmetria facciale è limitata, mentre è più probabile un’asimmetria maggiore nel versante posteriore del cranio, osservabile alla nascita o poco dopo.
Le porzioni mastoidee spesso non si trovano sulla stessa linea orizzontale e giacciono su 2 piani differenti. La regione in cui si percepisce la massima restrizione durante i test di mobilità è quella cranio-cervicale (OAE).
Torcicollo di origine cervicale.
Nel caso in cui il torcicollo sia di origine cervicale, spesso è presente un’evidente spasmo del muscolo sternocleidomastoideo e/o dei muscoli scaleni. Le coste superiori (K1-K2) del lato colpito risultano più craniali e la loro mobilità è ridotta.
Il torcicollo che interessa il muscolo sternocleidomastoideo può anche derivare da un’emorragia del ventre muscolare conseguente ad un trauma. In questo caso sono presenti segni di gonfiore palpabile ed un’escoriazione del muscolo. Le complicanze possono portare ad una fibrosi del muscolo e ad un suo accorciamento. Il meccanismo lesivo deriva di solito dal travaglio e dal parto. I bambini più a rischio sono quelli di grandi dimensioni reduci da parti lunghi o difficili, oppure i casi di distocia della spalla. In questi casi è consigliabile elaborare un programma di stretching per evitare contratture muscolare. Nei bambini affetti da forme particolarmente gravi invece, può essere necessario l’intervento chirurgico.
Torcicollo e riflessi arcaici.
Il torcicollo può essere diagnosticato precocemente nel neonato, attraverso una visita accurata della sua struttura corporea. La rotazione attiva risulta limitata mentre la rotazione e la flessione laterale non avvengono in maniera sincrona. La rotazione passiva della testa verso la barriera restrittiva coinvolge anche la spalla. Possono risultare alterate anche le risposte del neonato ai riflessi arcaici o neonatali. Durante il riflesso di Moro, il braccio del lato interessato rimane più flesso rispetto al contro-laterale; durante il riflesso tonico asimmetrico del collo, il bambino può non manifestare la risposta posturale appropriata, quando si volta vero la barriera di restrizione.
Anche la rotazione della testa rispetto al corpo può essere alterata. L’osteopata può valutare questo aspetto posizionando il piccolo supino e catturando inizialmente la sua attenzione. Successivamente, in modo armonioso, si fanno ruotare gli arti inferiori del neonato; la rotazione dovrebbe essere fluida e simmetrica, interessando tutto il rachide, dal bacino fino al collo e alla testa. Si valuta la simmetria del movimento della testa e del collo rispetto al tronco.
Una limitazione della rotazione cervicale attiva da supino, è un’indicazione di una disfunzione del muscolo sternocleidomastoideo, del muscolo trapezio, del complesso OAE (Occipite-Atlante-Epistrofeo) o del rachide cervicale superiore (C1-C2). Una limitazione alla rotazione attiva in decubito prono invece, è patognomonica di una disfunzione del complesso cervicale inferiore (C3-C7). (Pang & Veetai 2004, Philippi et al. 2006a, b).
Il trattamento osteopatico per il torcicollo.
Il trattamento osteopatico per il torcicollo dovrebbe concentrarsi principalmente sullo strain della zona interessata. Sui neonati, per trattare la disfunzione articolare della regione cervicale hanno un’ottima efficacia le tecniche di bilanciamento delle tensioni legamentose (BLT). Gli strain a carico dell’OAE e della base cranica rispondono bene alla tecniche di bilanciamento membranoso.