Lombalgia in Gravidanza e Osteopatia.

Lombalgia in Gravidanza e Osteopatia.

Lombalgia in Gravidanza.

In gravidanza la lombalgia (mal di schiena), è una condizione comune e può essere correlata ai cambiamenti ormonali associati a questo periodo di vita. Tuttavia bisogna valutare singolarmente ogni caso, senza escludere a priori altre cause.

Circa i 2/3 delle donne gravide soffre di lombalgia, durante la gravidanza. Il dolore può insorgere dal primo trimestre della gravidanza, quando i livelli di relaxina sono più alti, oppure può comparire più avanti. In ogni caso, questo dolore causa affaticamento e cambiamenti del sonno, interferendo con l’attività quotidiana e/o lavorativa. 
gravidanza

Con il progredire della gravidanza, il corpo della donna va incontro a numerosi cambiamenti ed adattamenti fisiologici. Questi possono influire sui meccanismi che controllano la stabilità posturale, determinando una instabilità biomeccanica e anche dolore.

Un altro dolore che può comparire è la dorsalgia, che può avere cause anatomiche, biomeccaniche, traumatiche o psicoemozionali. Così come la lombalgia, anche la dorsalgia può influire negativamente sulla vita quotidiana e/o lavorativa.

Possibili cause e correlazioni posturali.

Grazie ad alcuni studi si è potuto osservare che la frequenza di lombalgia in gravidanza è maggiore nelle donne più giovani. Una storia clinica di dorsalgia in una precedente gravidanza e il numero di parti progressi, sono predittivi di una lombalgia.

L’instabiulità biomeccanica dovuta ai cambiamenti durante la gravidanza è la causa principale. L’aumento di volume dell’utero e l’aumento della lordosi lombare, contribuiscono ad aumentare le sollecitazioni del sistema muscolo-scheletrico.

L’aumento della lordosi lombare inoltre, portando ad una detrazione dei muscoli ileo-psoas, può contribuire ad aumentare la dorsalgia.

La rotazione pelvica attorno ad un fulcro a livello del 2° segmento sacrale, aumenta all’accentuarsi della lordosi. Il centro di gravità si sposta anteriormente , aumentando così le sollecitazioni sul rachide lombare e sulle articolazioni sacro-iliache. Queste ultime, sotto influenza della relaxina, diventano più lasse, aumentando così le sollecitazioni a carico del bacino e del rachide lombare. Le influenze ormonali provocano anche un allargamento della sinfisi pubica (di norma inizia durante la X – XX settimana di gravidanza). Alla XII settimana si ha un picco del livello di relaxina, che inizia poi a ridursi fino alla XVII settimana. La palpazione della sinfisi pubica può provocare e/o esacerbare un dolore riferito alla zona lombare.

L’osteite del pube ad esempio, è caratterizzata da riassorbimento osseo pubico, seguito da riossificazione spontanea.

Nel seguito della gravidanza si manifesta un dolore della sinfisi pubica, con esordio graduale, che può progredire anche rapidamente, fino a diventare lancinante e può irradiarsi lungo la parte mediale delle cosce.

Il movimento della gamba e/o una camminata, possono far aumentare il dolore.

Un’altro aspetto da considerare, per la lombalgia in gravidanza, è l’aspetto vascolare. La congestione venosa passiva dei vasi vertebrale, può contribuire all’insorgere di questa problematica.

 

Lombalgia in gravidanza e scoliosi.

Capita di sentir dire che per una donna con la scoliosi le gravidanze siano “sconsigliate”, ma non è assolutamente vero! Meglio chiarire: in teoria ci può essere una lieve peggioramento, dovuto all’azione ormonale (es. relaxina) che fa “rilassare” le strutture corporee (es. muscoli e articolazioni) per poter accogliere il feto. Secondo questa “teoria”, di conseguenza, si rilasserebbero anche le strutture di sostegno della schiena. Per contro, alcune ricerche hanno documentato che questa azione è compensata, durante la gravidanza, dalla crescita del feto, che occupando spazio spinge contro la colonna sostenendola.
In realtà qualche piccolo problema ci può essere, subito dopo il parto, quando finisce questa azione di sostegno. Finchè la colonna non si stabilizza nuovamente, può esserci qualche peggioramento. Questi peggioramenti sono ovviamente più a rischio per scoliosi più gravi, quelle che superano i 40-50 gradi. La colonna vertebrale comunque è solida e di certo non crolla. 

Uno studio che ha confrontato 267 donne con scoliosi idiopatica dell’adolescenza (seguita con trattamento chirurgico o supporti ortopedici), la frequenza e la gravità delle lombalgie in gravidanza non erano maggiori di quelle osservate in un gruppo di controllo senza scoliosi. Inoltre, la gravidanza non sembrava comportare un’accentuazione della curva scoliotica.

gravidanzaUna soluzione molto utile può essere svolgere un’attività fisica adeguata durante la gravidanza per preparare la schiena sia al parto, che al post-parto, potenziando l’azione di sostegno.

 

Neuropatie in gravidanza.

Nella donna gravida, i nervi periferici sono soggetti a lesioni da compressione, da trazione o da ischemia. Durante la gravidanza può essere comune una maggiore compressione biomeccanica in stazione eretta e seduta, dovuta ad un’edema dei tessuti molli. Anche l’utero, aumentando di volume, può comprimere gli organi pelvici limitrofi, i legamenti, il plesso lombo-sacrale e i nervi periferici degli arti inferiori. Un’esempio di neuropatia da compressione nervosa è la meralgia parestesica, causata dalla compressione del nervo cutaneo laterale del femore. Una lesione di questo nervo può causare bruciore, dolore o intorpidimento lungo il decorso delle fibre nervose.

gravidanzaLa gravidanza, causando delle alterazioni biomeccaniche, è un fattore di rischio per la meralgia parestesica, ad esempio a causa dell’accentuazione della lordosi lombare. Anche il parto cesareo può essere una causa per questa neuropatia, come conseguenza di una lunga incisione chirurgica, della tensione dei tessuti intorno alla cicatrice o dell’azione del divaricatore.

L’irritazione del nervo cutaneo laterale del femore può anche ripresentarsi in successive gravidanze, a seguito dei cambiamenti fisiologici e posturali.

 

Plessopatie lombosacrali.

Un prolungato mantenimento della stazione eretta, seduta o accovacciata, può provocare una plessopatia lombo-sacrale. Questa può poi causare una debolezza, prossimale o distale, agli arti inferiori.

Tra i fattori che si pensa possano essere predisponenti alla lombalgia, un’effettiva erniazione discale lombare è rara. LeBan ha riportato che circa 1 caso su 1000, di dolore lombo-sacrale in gravidanza, è dovuto alla presenza di ernie lombari. Il trattamento da preferirsi è quello di tipo conservativo, tranne i rari casi che non rispondono a questo tipo di trattamento o nei quali la presenza dell’ernia causa incontinenza (fecale o urinaria).

 

Altre cause di lombalgia in gravidanza.

Tra le cause di lombalgia in gravidanza, possiamo inserire la spondilolistesi, che è un’affezione nella quale un corpo vertebrale è traslato in avanti rispetto al corpo vertebrale limitrofo inferiore. L’esempio più comune è lo scivolamento in avanti di L5 rispetto ad S1.

Un altro dolore comune della gravidanza è quello riferito alle anche, che può risultare arrivare ad essere anche invalidante. Alcune condizioni patologiche a carico del rachide lombare e della cintura pelvica, possono scatenare dolore alle anche. Allo stesso modo, problematiche articolari alla anche possono riferire dolore al rachide lombare ed al bacino.

Anomalie o cambiamenti del plesso venoso epidurale, a livello lombare, possono essere causa di sintomi simili a quelli da compressione radicolare. Una trombosi alla vena cava inferiore estesa fino alle vene renali, può scatenare sindromi radicolari.

Anche infezioni del tratto urinario superiore (es. pielonefrite), può manifestarsi con sintomi di una lombalgia. Una nefrolitiasi può causare dolore alla schiena, quasi sempre a livello dorsale. Il 90% delle donne gravide con nefrolitiasi (calcolosi renale), presenta dorsalgia.

Anche altre infezioni ostetriche possono provocare una lombalgia. Una gravidanza ectopica (nel primo trimestre) con sanguinamento o rottura incombente, causa l’irritazione del peritoneo, a causa dell’accumulo di sangue nello spazio retro-uterino. Un utero retroverso o un aborto spontaneo possono essere anch’essi causa di dorsalgia, così come una cisti ovarica, a causa della pressione nella cavità pelvica.

 

gravidanza Valutazione e trattamento.

Una donna in gravidanza affetta da lombalgia solitamente accusa dolore anche nella bassa pelvi. Il dolore può accentuarsi con il movimento e si attenua quando sta seduta, sdraiata o in piedi con un sostegno. Il dolore può irradiarsi verso i glutei e/o nella zona posteriore delle cosce, fino alle ginocchia. Il dolore sciatico si distribuisce lungo tutto l’arto inferiore, fino al calcagno, seguendo il decorso dell’omonimo nervo. E’ necessario fare una valutazione anamnestica precisa ed approfondita, anche sullo stile di vita della persona. A monte di una valutazione osteopatica, ci dovrà comunque essere una visita medica specialistica per poter accertare lo stato di buona salute della madre e del feto. Una disfunzione uterina, che può causare lombalgia, può rendere precoce il travaglio.

La valutazione osteopatica proseguirà poi attraverso l’osservazione della postura (statica e dinamica), la palpazione tissutale, e della valutazione dell’ampiezza e della qualità del movimento.

Il trattamento osteopatico in gravidanza può avere diversi approcci, ma deve sempre essere delicato. Durante il trattamento la donna gravida deve trovarsi in una posizione comoda e NON si deve compromettere il feto. Spesso la scelta delle tecniche di trattamento, dipende dalla capacità della persona, di restare sdraiata comodamente durante il trattamento.

E’ importante stabilire la causa primaria della lombaglia per poter mettere in atto un trattamento efficace. Prima di “affrontare la disfunzione somatica“, è necessario accertare la salute della madre e del feto.

 

Prevenzione.

gravidanzaNon ci sono studi che consentano di stabilire se sia possibile prevenire la lombalgia in gravidanza. Un buon consiglio per una donna gravida è quello di modificare il livello di attività (fisica e lavorativa). Inoltre, è utile prendersi dei periodi di riposo durante l’attività che si sta svolgendo, magari con i piedi elevati. L’esercizio fisico, svolto in modo adeguato e sotto il controllo di un esperto, aiuta a migliorare il tono muscolare, riducendo la lombalgia.

L’esercizio fisico in acqua a temperatura ambiente riduce la dorsalgia nelle donne gravide, poiché il galleggiamento allevia la pressione sulle articolazioni. L’immersione in acqua calda (es. vasca da bagno o idromassaggio), possono produrre ipertermia. Nel primo trimestre di gravidanza, durante il quale hanno luogo la chiusura del tubo neurale fetale e l’organogenesi, un’elevata temperatura corporea materna può avere effetti deleteri sul feto.

L’utilizzo di supporti ortopedici quali ad esempio una cintura trocanterica, possono alleviare la dorsalgia.

Oltre al trattamento osteopatico, un supporto per i talloni, talvolta può risultare utile per favorire la stabilità lombo-sacrale o la riduzione della lordosi. La fisioterapia strumentale (es. diatermia, TENS ecc..) è controindicata durante la gravidanza.