Le vie ascendenti del midollo spinale.

Le vie ascendenti del midollo spinale.

Le vie ascendenti del midollo spinale.

Ai fini della pratica quotidiana di un Osteopata è fondamentale conoscere il Sistema Nervoso e le vie ascendenti rappresentano una parte molto importante. D’altra parte, per ricordasi tutto è necessario un ripasso costante, in questo caso, di Neuro-anatomia.

vie ascendentiNella figura a fianco si può notare la disposizione della sostanza grigia e della sostanza bianca nei vari livelli del midollo spinale. A livello cervicale a lombo-sacrale si possono notare dei rigonfiamenti, che sono causati dall’ingrandirsi della sostanza grigia, necessaria per l’innervazione funzionale degli arti. La sostanza bianca è più abbondante nelle zone craniali del midollo spinale, in quanto contengono le fibre sensitive e motorie, per il funzionamento degli arti.

Per motivi didatti, sui libri, il midollo spinale viene diviso in vari livelli segmentali, che corrispondono ai siti di aggancio delle radici nervose. In realtà il midollo spinale, nella sua struttura, non presenta alcuna segmentazione, ma è un continuum. I gruppo cellulari visibili nelle sezioni traverse, sono un piccolo strato di gruppi di cellule disposte in colonne, che si propagano per vari segmenti del midollo spinale.

 

I neuroni spinali.

Nel midollo spinale abbiamo 3 tipologie di neuroni, che si differenziano in base al diametro del soma. I neuroni più piccoli sono chiamati propriospinali, poichè ogni loro parte rimane sempre all’interno del midollo spinale. Molti di questi neuroni sono fondamentali per i riflessi spinali.

I neuroni di dimensioni medie si trovano invece in tutte le parti della sostanza grigia, ad eccezione della sostanza gelatinosa. La maggior parte sono cellule relay (cellule di proiezione), in quanto ricevono terminazioni sintetiche dalle afferenze sensitive delle radici posteriori. Queste cellule proiettano i propri assoni verso l’encefalo. Tutte queste proiezioni sono poi organizzate a formare delle vie, che vengono chiamate fasci. (Fascio nervoso = specifico gruppo di fibre nervose funzionalmente omogeneo).

I neuroni più grandi sono i motoneuroni alfa che innervano i muscoli scheletrici. Insieme a questi troviamo anche i motoneuroni gamma, che innervano i fusi neuromuscolari. Accanto ai motoneuroni alfa si trovano anche le cellule di Renshaw, che esercitano un feedback negativo sugli stessi motoneuroni eccitati.

vie ascendentiLo scienziato R.B. Rexed descrisse, nel gatto, la suddivisione della sostanza grigia in 10 lamine (Lamine di Rexed). Per praticità, questa suddivisione viene utilizzata anche nell’uomo, anche se una vera e propria suddivisione in lamine sarebbe possibile ritrovarla solo nel corno posteriore.

 

I gangli spinali.

I gangli spinali (gangli sensitivi dorsali) e la radice posteriore, si trovano nei fori intervetebrali, dove converge anche la radice anteriore. Quest’ultima, unendosi alla radice posteriore, fuoriesce dal foro come nervo spinale. Un ganglio sensitivo toracico confine circa 50.000 neuroni unipolari, mentre un ganglio sensitivo lombare ne contiene circa 100.000. Ogni neurone gangliare è rivestito da cellule di Schwann modificate, chiamate cellule satelliti. Ogni cellula gangliare fa emergere un unico prolungamento che si biforca a T, mandando un ramo in senso centrifugo nel nervo spinale ed un altro in senso centripeto, verso il corno posteriore. A seguito di una stimolazione dei recettori sensitivi periferici, gruppi di impulsi nervosi partono dalla periferia utilizzando il ramo centrifugo. Attraversano successivamente il punto di biforcazione, depolarizzando il corpo cellulare del neurone gangliare e si dirigono verso il midollo, utilizzando il ramo centripeto.

 

Il segmento iniziale del ramo centrifugo normalmente non genera impulsi, ma può farlo se è compresso da un’ernia o da un osteofita.

 

Sì e sempre creduto che l’assonna centripeto di tutte le cellule gangliari entrasse sempre attraverso le radici posteriori, ma negli anni si è scoperto che non è così. Molte afferenze sensitive viscerali entrano nel midollo attraverso le radici ventrali e da lì, raggiungono il corno posteriore. Questo spiega i molti insuccessi della rizotomia posteriore praticata a scopo analgesico per il dolore associato a tumore intraddominale.

A livello osteopatico è importante conoscere questo aspetto, che fornisce un’ulteriore lettura del riflesso viscero-somatico.

 

vie ascendenti Afferenze sensitive della radice posteriore.

Nella zona d’entrata della radice dorsale le fibre sensitive afferenti si raggruppano in due fasci: mediale e laterale. Il fascio mediale comprende fibre con dimensioni medie e grandi, che si dividono all’interno del cordone posteriore in un ramo ascendente ed in uno discendente. Le fibre del fascio mediale si dirigono principalmente verso le lamine I, III e IV. le fibre ascendenti più grandi risalgono verso i nuclei della colonna posteriore (gracile e cuneato), posti nel bulbo. Queste fibre formano la maggior parte dei fascicoli gracile e cuneato.

Il fascio laterale comprende fibre più piccole che, una volta entrate nel midollo, si dividono in corti rami ascendenti e discendenti, all’interno del fascio postero-laterale di Lissauer. 

 

Vie sensitive ascendenti.

A livello neurologico le sensazioni vengono divise in due tipologie: coscienti e non coscienti. Le sensazioni coscienti arrivano a livello della corteccia cerebrale e vengono percepite, mentre quelle non coscienti hanno come fulcro il cervelletto, e non vengono percepite.

A voluto volta le sensazioni coscienti sono divise in esterocettive e propriocettive. Le sensazioni esterocettive originano dal mondo esterno attraverso recettori somatici (tatto, pressione, caldo, freddo, dolore) e telerecettori (vista, udito).

Le sensazioni propriocettive invece, nascono dall’interno del corpo. I recettori coinvolti sono quelli del sistema locomotore (muscoli, articolazioni, ossa) e del labirinto dell’orecchio (sistema vestibolare). Le vie che ne derivano e che si proiettano alla corteccia cerebrale, portano le informazioni sensitive essenziali per stabilire la posizione del corpo.

Anche le sensazioni non coscienti si dividono in due tipologie: sensibilità propriocettiva non cosciente e sensibilità enterocettiva. La prima descrive informazioni sensitive afferenti che raggiungono il cervelletto attraverso la via spino-cerebellare. La seconda invece, indica i segnali sensitivi afferenti, derivati dall’attivazione di riflessi viscerali.

 

Le vie sensitive somatiche.

Nella percezione sensitiva somatica sono coinvolte due vie principali: la via della colonna posteriore-lemnisco mediale e la via spinotalamica. Queste due vie hanno delle caratteristiche comuni.

  1. Comprendono gruppi di neuroni sensitivi di primo, secondo e terzo ordine.
  2. Il corpo cellulare dei neuroni di primo ordine risiede nei gangli sensitivi spinali.
  3. Il corpo cellulare dei neuroni di secondo ordine risiede nella sostanza grigia del SNC, omolateralmente ai gruppi di neuroni primari.
  4. L’assonna dei neuroni di secondo ordine attraversa la linea mediana e ascende per terminare nel talamo controlaterale.
  5. I neuroni di terzo ordine proiettano dal talamo alla corteccia sensitiva somatica.
  6. Entrambe le vie sono somatotopiche: nella sostanza grigia di ciascuno dei 3 punti terminali delle fibre esiste un’ordinata mappa delle parti del corpo da cui derivano.
  7. La trasmissione sintetica dai neuroni primari a quelli secondari e dai secondari a quelli terziari può essere modulata da altri neuroni.

 

La via della colonna posteriore-lemnisco mediale.

I neuroni sensitivi afferenti di primo ordine presentano un soma (corpo) grande, che risiede nei gangli spinali. I loro processi periferici ricevono informazioni dai corpuscoli di Meissner e di Pacini, dalle terminazioni di Ruffini, dai complessi di cellule di Merkel-neuriti, dai fusi neuromuscolari e dagli organi miotendinei del Golgi.

I processi centripeti dei neuroni gangliari che innervano l’arto inferiore e la parte bassa del tronco, mandano dei rami nel cordone posteriore formando il fascicolo gracile. Successivamente raggiungono il nucleo gracile nel bulbo. Invece, i processi che innervano l’arto superiore e la parte alta del tronco, formando il fascicolo cuneato. Questi, raggiungono poi il vie ascendentinucleo cuneato, posto sempre nel bulbo. Nei nuclei gracile e cuneato si trova il soma dei neuroni di secondo rodine. I loro assoni passano ventralmente nel tegumento dei albo, attraversano la linea mediana, dove incrociano le omologhe fibre della parte controlaterale formando la grande decurtazione sensitiva. Una volta passati controlateralmente, salgono rostralmente formando una via chiama lemnisco mediale. Il lemnisco mediale termina nella parte laterale del nucleo ventrale postero-laterale del talamo.

Il lemnisco media la sensibilità somatica del tronco e degli arti, mentre per la regione della testa, viene mediata dal nervo trigemino. Il trigemino ha nel ponte un proprio nucleo, da cui parte il lemnisco trigeminale, che termina della parte mediale del nucleo ventrale postero-mediale del talamo. Dal talamo, i neuroni afferenti di terzo ordine proiettano alla corteccia sensitiva somatica.

 

Significato funzionale.

Le funzioni più importanti della via della colonna posteriore-lemnisco mediale sono la propriocezione cosciente e la sensibilità tattile discriminata. Entrambe forniscono istantaneamente al lobo parietale un’immagine del nostro corpo, in modo tale che siamo costantemente coscienti della posizione delle parti del corpo sia a riposo che in movimento. Nell’uomo, un disturbo delle colonne posteriori è associato frequentemente con malattie demielinizzanti come la sclerosi multipla. La sintomatologia che ne consegue, viene chiamata atassia sensitiva, da cui risulta un deficit sensitivo. Una persona con grave atassia sensitiva si mantiene eretto senza appoggiarsi, solo se allarga bene le gambe ed ha lo sguardo fisso ai piedi. La valutazione della sensibilità nelle malattie della colonna posteriore rivela gravi oscillazioni del corpo quando il paziente rimane eretto con piedi uniti e occhi chiusi: segno di Romberg.

 

vie ascendentiLe vie spinotalamiche.

La via spinotalamica consiste di neuroni di secondo ordine situati nelle lamine I, III, IV e V delle corna posteriori, e da lì proiettano direttamente al talamo controlaterale. I neuroni che originano tutta la via ricevono sinapsi inibitorie ed eccitatore da neuroni posti nella sostanza gelatinosa, che quindi hanno un’importante funzione modulatori sulla trasmissione sensitiva dolorifica.

Gli assoni  della via spinotalamica attraversano la linea mediana a livello della commessura anteriore a tutti i livelli segmentali. Controlateralmente, gli assoni salgono poi verso la parte antera-laterale del midollo. Questa via intero-laterale è divisa in due fasci:

  1. fascio spino-talamico anteriore (sensibilità tattile grossolana);
  2. fascio spino-talamnico laterale (sensibilità termodolorifica).

I due fasci si fondono poi nel tronco, per formare il lemnisco spinale. Questi è raggiunto nel bulbo anche da afferenze trigemini provenienti dalla regione della testa e si accompagna con il lemnisco mediale fino al nucleo centro-posteriore del talamo.

Le funzioni della via spino-talamica sono dunque quelle di trasportare la sensibilità termodolorifica e la sensibilità tattile grossolana.

 

I fasci spinoreticolari.

I fasci spinoreticolari rappresentano la via somatosensitiva filogenicamente più antica e per questo è anche chiamata via paleo-spino-talamica. Le fibre spinoreticolari originano dalle lamine V e VII ed accompagnano la via spinotalamica fino al tronco cerebrale. Gli impulsi nervosi dei fasci spinoreticolari continuano fino al talamo, attraverso il sistema reticolare attivante ascendente. Il sistema spinoreticolare ha quindi 2 funzioni correlate.

  1. attivare la corteccia, ovvero indurre o mantenere uno stato di veglia.
  2. Informare la corteccia libica sulla natura dello stimolo. La risposta emozionale può essere piacevole o avversa.

La via paleo-spinotalamica è quindi filogenicamente più antica e maggiormente connessa agli aspetti attivanti ed emotivi, dello stimolo doloroso. La via diretta spinotalamica è invece filogenicamente più recente e più analitica. Quest’ultima trasporta informazioni precise riguardo la mobilità, l’intensità e la localizzazione dello stimolo dolorifico.

 

Le vie spinocerebellari.

Dal midollo spinale al cervelletto, abbiamo 4 fasci di fibre:

  1. spinocerebellare posteriore: gestiscono propriocezione non cosciente;
  2. cuneocerebellare: gestiscono propriocezione non cosciente;
  3. spinocerebellare anteriore: riportano stato di attività tra i neuroni internuciali del midollo spinale;
  4. spinocerebellare rostrale: riportano stato di attività tra i neuroni internuciali del midollo spinale.

La propriocezione non cosciente dagli arti inferiori e dalla parte bassa del tronco viene trasportata dal fascio spinocerebellare posteriore. Quella proveniente dagli arti superiori e dalla parte alta del tronco viene trasportata attraverso il fascio cuneocerebellare. Questi fasci non sono crociati, quindi ogni emisfero cerebellare controlla la parte omolaterale del corpo.

Il fascio spinocerebellare origina dal nucleo toracico posteriore (n. di Clarke), posto nella lamina VII, alla base della sostanza grigia del corno posteriore. Gli assoni del fascio spinocerebellare sono i più grandi fra gli assoni del SN ed hanno quindi una conduzione molto veloce. Questo è necessario per tenere sempre informato il cervelletto sull’andamento del movimento. Il fascio sale vicino alla superficie del midollo ed entra nel peduncolo cerebellare inferiore.

Il fascio cuneocerebellare origina invece dal nucleo cuneato accessorio, che è situato sopra e di fianco al nucleo cuneato propriamente detto. Tale nucleo riceve, attraverso il fascicolo cuneato, afferenze primarie della stessa natura di quelle del nucleo toracico posteriore. IUl fascio cuneocerebellare entra nel cervelletto attraverso il peduncolo cerebellare inferiore.

 

Le informazioni dagli archi riflessi.

Dalla sostanza grigia intermedia del midollo spinale si originano 2 fasci, la cui funzione principale è quella di monitorare lo stato di attività degli archi spinali riflessi. Nella parte più bassa si trova il fascio spinocerebellare anteriore, le cui fibre inizialmente si incrociano e salgono fino al mesencefalo sulla superficie del midollo. Quando entrano nel peduncolo cerebellare superiore, alcune si incrociano nuovamente nella sostanza bianca cerebellare. Dalla parte superiore del midollo, senza incrociarsi, il fascio spinocerebellare sale ed entra nel peduncolo cerebellare inferiore.

 

vie ascendentiIl fascio spinotettale è situato accanto alla via spinotalamica, con cui condivide l’origine e la composizione funzionale, terminando nel follicolo superiore. Nel collicolo superiore si unisce a vie visive crociate coinvolte nel movimento coordinato di occhi-testa-tronco verso la sorgente dello stimolo sensitivo. (riflesso visivo-spinale). => Sistema oculo-cefalogiro: far orientare la testa ed il tronco verso l’origine dello stimolo.

Il fascio spino-olivare manda invece informazioni tattili al nucleo olivare inferiore, situato nel bulbo. Questo nucleo ha grande importanza nell’apprendimento motorio, attraverso la sua azione sulla corteccia cerebellare controlaterale.

L’attività di scarica del fascio spino-olivare può modificare l’attività cerebellare in risposta ad un cambiamento di alcune caratteristiche dell’ambiente esterno, comead esempio quando si sale una scala molto ripida. = adattamento motorio.

L’esecuzione di programmi motori di routine in modo automatico invece, è una specifica funzione dei gangli della base.