L’esercizio fisico è il trattamento per il dolore cronico.

L’esercizio fisico è il trattamento per il dolore cronico.

Il dolore.

Il dolore è un’esperienza sensoriale ed emozionale sgradevole.

cronicoE’ sempre soggettivo. Ogni persona “impara” cosa sia il dolore attraverso esperienze legate a lesioni nella prima infanzia. Il dolore è l’esperienza che noi associamo al danno tissutale reale o potenziale. E’ sempre spiacevole, per cui è un’esperienza emotiva. Molte persone riferiscono dolore in assenza di danni ai tessuti o di qualsiasi causa fisiopatologica. Di solito ciò accade per motivi psicologici.

L’attività indotta nelle vie dei nocicettori e nocicettive da parte dello stimolo doloroso non è il dolore, che è sempre uno stato psicologico.

 

Il dolore cronico.

Il dolore cronico è una malattia che può colpire sia la struttura sia la funzione del sistema nervoso cronicocentrale. Nella sindrome della fibromialgia ad esempio, vi è una mutata sensibilità alla stimolazione, con sensibilizzazione nell’attività neurale correlata al dolore.

Si è arrivati ad ipotizzare che la capacità neurale strutturale/funzionale intrinseca di una persona può predisporla allo sviluppo del dolore cronico.

La neuro-matrice del dolore è annidata nel SNC, in cui si verificano la modulazione, la trasmissione e la trasduzione di stimoli dolorosi. A livello biochimico di base, quando la stimolazione dolorosa delle fibre muscolari afferenti C è prolungata e persistente, amminoacidi e neurotrasmettitori eccitatori vengono rilasciati in maggiori quantità e per periodi più lunghi. L’attivazione risultante di recettori N-metil-D-aspartato (NMDA) ed il rilascio di sostanza P, sia a livello centrale che periferico, portano ad ipereccitabili dei neuroni del SNP e del SNC con espansione della dimensione della zona dolorante oltre il sito originario del danno. In poche parole, se lo stimolo doloroso permane per più tempo, aumenta l’area dove sentiamo dolore. Questo processo fisiologico può essere legato, in parte, al fenomeno della facilitazione spinale.

La sensibilizzazione periferica e centrale, con l’ampliamento dei campi di recettori del dolore periferici, permette di avvertire le sensazioni dolorose come ancora più dolorose, e di recepire le sensazioni non dolorose come dolorose. Questi due fenomeni sono denominati rispettivamente iperalgesia e allodinia.

 

L’iperalgesia.

L’iperalgesia primaria si verifica nel sito del danno tissutale come un aumento della sensibilità al calore o alla stimolazione meccanica. Questo è dovuto ad una sensibilizzazione periferica.

L’iperalgesia secondaria invece, si verifica sempre intorno al sito del danno tissutale, e si manifesta come un aumento della sensibilità alla sola stimolazione meccanica. Questa iperalgesia secondaria è dovuta ad una sensibilizzazione centrale. E’ in questo campo recettivo allargato che la stimolazione meccanica provoca risposte aumentate anomale da afferenze di secondo ordine nel midollo spinale ai normali segnali afferenti. In parte è mediata dal recettore NMDA e sembra essere correlata ad una maggiore efficacia sintetica, che è molecolarmente simile al potenziamento a lungo termine.

 

cronicoL’esercizio fisico è il trattamento per il dolore cronico.

Il movimento è vita.

Il corpo è fatto per muoversi. In ogni fase della vita, in ogni condizione è possibile fare dell’attività motoria, adattando l’esercizio fisico alla condizione della persona. In assenza di attività motoria vi è un aumento della possibilità di incorrere in lesioni e si va verso l’atrofia muscolare e quindi una minor efficienza fisica.

L’esercizio fisico migliora in modo significativo la salute fisica e psicologica. L’esercizio fisico ha effetti anti-depressivi, ansiolitici ed anti-infiammatori. Sì, proprio così, effetti anti-infiammatori in quanto stimola lai produzione di miochine, che sono delle citochine con azione anti-infiammatoria naturale. Un ulteriore effetto positivo è il miglioramento del riposo e quindi del sonno.

L’esercizio fisico agisce sul tono muscolare, sulla postura, sull’equilibrio, sulla mobilità articolare, sulla flessibilità, sulla forza ed aiuta a migliorare la coordinazione.

Con il tempo, l’esercizio favorisce anche la diminuzione della tensione e dello stress, aiutando le persone ad imparare a sostenere la propria salute. Tutto ciò ha conseguenze sul ritmo respiratorio e circolatorio oltre che sul metabolismo energetico.

Tutti questi benefici però sono ottenibili solo se l’esercizio fisico è adatto ed adattato alla singola persona. E’ necessario effettuare una valutazione accurata di quelle che sono le esigenze della persona, i suoi obiettivi, le sue caratteristiche e le sue carenze. Solo in questo modo è possibile impostare un piano di attività fisica adattata ottimale.

 

cronicoIl contributo osteopatico.

Per l’osteopata è importante comprendere che la comprensione della rete di sistemi del dolore cronico, per essere completa, deve considerare anche le interazioni strutturali e funzionali dei sistemi muscolo-scheletrico, immunitario, neurologico ed endocrino, in risposta alla nocicezione.

Chapman ad esempio parla di un sistema di interazioni reciproche neurali, endocrine ed immunitarie nella risposta umana al dolore ed allo stress.

Rimuovere tutte le ostruzioni; quando è fatto con intelligenza, la natura farà delicatamente il resto (A.T.Still)

L’unità del corpo e le interrelazioni di struttura/funzione guidano il pensiero osteopatico per quanto riguarda la gestione del dolore cronico.

Il trattamento osteopatico può fornire ulteriore sollievo e conforto in persone affette da dolore cronico, accompagnato all’esercizio fisico.