Riccardo Capello

Moxibustione

La moxibustione, o più semplicemente moxa, fa parte delle tecniche della MTC (Medicina Tradizionale Cinese), e consiste nell’applicazione prolungata di calore su determinati punti del corpo, i tipici dell’agopuntura e/o lungo il decorso dei meridiani. Il calore viene prodotto facendo bruciare degli appositi coni o sigari, di artemisia (artemisia vulgaris => pianta medicinale le cui foglie vengono raccolte e poi appositamente essiccate, pressate e polverizzate).

I sigari sono generalmente lunghi 20 cm, ed hanno un diametro di circa 1-2 cm, avvolti in carta di gelso; vengono utilizzati tenendo la brace della punta in prossimità della zona da trattare (a distanza di circa una falange), senza non arrecare scottature, per circa 10/15 minuti.

I coni, che possono essere piccoli, medi o grandi, vengono “incendiati” ed allontanati dalla cute solo quando la persona trattata percepisce una sensazione sgradevole, dovuta all’eccessivo calore. La pratica della moxibustione può prevedere anche il riscaldamento di aghi, dotati di una piccola elsa che contiene l’artemisia triturata e che viene incendiata in modo che il calore si propaghi lungo l’ago e si distribuisca attraverso gli strati cutanei. Questa pratica in Italia, come l’Agopuntura, è  “manu medica”, ovvero di competenza medica (un medico che abbia ottenuto una formazione specifica in agopuntura).La moxibustione è consigliata nel trattamento e nella prevenzione di quei disturbi legati alle articolazioni e alla circolazione del sangue e della linfa come i dolori articolari e cervicali, ma anche l’asma e la bronchite; non ha particolari controindicazioni, ma deve essere evitata in caso di febbre alta, ipertensione arteriosa e su aree cutanee lesionate.

Così come per Tuina e Sua sha, l’utilizzo di queste tecniche per il trattamento di patologie è riservato a figure sanitarie, mentre l’utilizzo come tecnica di rilassamento/benessere, o come riequilibrio energetico può essere eseguito anche da figure non sanitarie.