L’otite media.
L’otite media è un’infezione suppurativa dell’orecchio medio ed è una delle patologie che interessano maggiormente l’ambito pediatrico. I batteri raggiungono l’orecchio medio quando la normale pervietà della Tuba d’Eustachio è ostacolata da un’infezione delle alte vie aeree o da un’ipertrofia adenoidea.
L’aria intrappolata nell’orecchio medio viene riassorbita, creando una pressione negativa facilitando i reflusso di batteri dal naso faringe. L’ostruzione del flusso delle secrezioni, associato al reflusso batterico, provoca un’effusione da infezione nell’orecchio medio.
L’otite media può essere determinata sia da virus che da batteri. Questi ultimi sono: lo Streptococcus Pneumoniae, l’ Haemophilus Influenzae, la Moraxella Catharralis e, con minor frequenza, lo Streptococco del gruppo A.
Lo Streptococcus Pneumoniae è un batterio resistente alla penicillina (bassa resistenza con concentrazione minima inibente di 0,1-1 mg/ml; alta resistenza con concentrazione minima inibente superiore a 2 mg/ml). Questo batterio viene isolato con sempre maggior frequenza nei bambini piccoli, in particolar modo in quelli che frequentano l’asilo o che hanno ricevuto una terapia antibiotica di recente. I virus, compresi i rinovirus, i virus influenzali ed il virus respiratorio sinciziale, sono isolati da soli o come co-infettanti nel 20-25% dei pazienti.
Epidemiologia.
Le malattie dell’orecchio medio sono responsabili di circa 1/3 di tutte le visite ambulatoriali pediatriche. Il picco d’incidenza di otite media acuta si verifica tra i 6 ed i 15 mesi di vita. Entro il primo anno di età, più del 60% dei bambini ha sperimentato almeno un episodio; raramente i primi episodi si verificano oltre i 18 mesi di vita.
L’otite media è più frequente nei maschi; vi è un’incidenza maggiore in bambini con virus HIV (Immunodeficiency Virus), con palato ogivale e con Trisomia 21 (Sindrome di Down).
I fattori di rischio principali per l’otite media acuta sono la giovane età, l’allattamento artificiale rispetto a quello materno, l’utilizzo del biberon a letto, una storia famigliare di infezioni all’orecchio, la presenza di fratelli o sorelle conviventi (specialmente se con storia di infezioni all’orecchio), in particolare se in stanza condivisa, il fumo passivo e l’aumentata esposizione ad agenti infettivi (asili).
Circa il 12% dei bambini soffre di otite media ricorrente e quindi è considerato suscettibile all’otite. Le anomalie cranio-facciali e le immunodeficienze sono fattori associati alle otiti medie ricorrenti; la maggior parte dei bambini con otite media ricorrente è in salute.
Segni e Sintomi.
Nel lattante i sintomi più frequenti di otite media sono specifici e includono febbre, irritabilità e scarsa voglia di alimentarsi. Nel bambino più grande e nell’adolescente invece, l’otite media acuta è solitamente accompagnata da febbre e dolore auricolare acuto (otalgia). Spesso sono presenti segni del comune raffreddore, fattore predisponente all‘otite media.
Esami diagnostici.
Per la valutazione dell’otite media non sono di grande utilità gli esami di routine. La timpanometria e la misurazione del timpanogramma che ne risulta, è correlata con la presenza/assenza di effusione nell’orecchio medio. E’ sempre di primaria importanza però un consulto con il proprio Pediatra, che saprà valutare e consigliare eventuali approfondimenti diagnostici.
Diagnosi differenziale.
L’esame delle orecchie è fondamentale per la diagnosi e deve far parte dell’esame obiettivo di ogni bambino con la febbre. Il segno distintivo dell’otite media è la presenza di effusione nella cavità dell’orecchio medio. La presenza di effusione non ne definisce la natura o l’eziologia potenzialmente batterica, ma definisce la necessità di una diagnosi e di una terapia appropriati. L’otoscopia pneumatica consente la valutazione della ventilazione dell’orecchio medio mediante l’applicazione a un otoscopio di un accessorio ermeticamente sigillato e rappresenta il metodo standard per la diagnosi clinica. La difficoltà diagnostica maggiore si ha tra otite media acuta (OMA) ed otite media cronica (OMC). L’OMA è accompagnata da segni di malattia acuta come febbre, dolore ed infezione delle alte vie respiratorie. L’OMC si caratterizza invece per la presenza di effusione senza altri segni e sintomi correlati.
Trattamento.
Le raccomandazioni del trattamento si basano sulla certezza della diagnosi e sulla gravità. La diagnosi è certa in presenza di un esordio rapido, segni di effusione nell’orecchio medio e segni/sintomi di infiammazione dell’orecchio medio. In bambini con diagnosi certa di otite media acuta o in bambini con diagnosi incerta ma di età < ai 2 anni, o che presentano febbre >39°C e/o otalgia, la terapia di prima scelta raccomandata è costituita dall’amoxicillina. nel caso di bambini con diagnosi incerta ed età > ai 2 anni, si può osservare se sia necessario predisporre una follow-up. Il fallimento della terapia iniziale come amoxicillina dopo 3 giorni, suggerisce un’infezione da Haemophilus Influenzae o Moraxella Catharralis, che producono Beta-lattamasi o da Streptococcus Pneumoniae resistente. La fase successiva della terapia prevede amoxicillina-acido clavulanico ad alte dosi, cefuorixime, acetile, cefdinir o ceftriaxone. In particolare il ceftriaxone per via intramuscolare è particolarmente appropriato per bambini di età inferiore ai 3 anni con vomito, che preclude il trattamento per via orale.
La timapnocentesi può essere necessaria per pazienti difficili da trattare o che non rispondono alla terapia. Paracetamolo ed Ibuprofene sono raccomandati per la febbre, mentre decongestionanti o antistaminici solitamente non sono efficaci. +
Evitare qualsiasi terapia “home made”, ma rivolgersi sempre al vostro Pediatra, e se non convince, chiedere un altro parere ad un altro Pediatra.
Possibili rischi.
In seguito ad otite media acuta non adeguatamente trattata, potrebbe verificarsi una perforazione del timpano, con una conseguente fuoriuscita di secrezioni dal condotto uditivo. Tra le complicazioni più gravi vi possono essere: labirintite, mastoidite acuta, perdita dell’udito, meningite, paralisi del nervo facciale.
Il ruolo dell’Osteopatia nell’otite media.
L’approccio osteopatico risulta molto utile in supporto al trattamento medico – farmacologico, ma non deve considerarsi come sostituto di tale approccio.
Obiettivo del trattamento Osteopatico è quello di ricercare la mobilità fasciale, fluidica e, nei lattanti, strutturale, per “liberare” la tromba di Eustachio evitando il ristagno del liquido o drenando il liquido, e quindi la propagazione di virus e batteri e infiammazione conseguente.
Interessante a questo proposito un case report sulla manipolazione osteopatica per la disfunzione della tuba di Eustachio, illustrato dall’osteopata Channell King Millicent sulla rivista JAOA – The Journal of the American Osteopathic Association nel maggio 2008 e tradotto dall’osteopata Fabìola Marelli per il CRESO.
Bob Fulford, un professionista di primo piano in osteopatia cranica (poi deceduto), ha dichiarato che “il ristagno di liquido nell’orecchio medio, risultante da una riduzione della mobilità cranio sacrale, è alla radice del problema. Una manipolazione dolce migliora il movimento cranio sacrale che, a sua volta, aiuta a drenare il liquido dall’orecchio medio. Il trattamento osteopatico considera il soggetto nella sua globalità; pertanto non si limita al trattamento locale della zona legata al sintomo ma ricerca la normalizzazione delle funzioni fisiologiche e immunologiche affinché il corpo possa reagire alle successive aggressioni.
Prevenzione.
L’allattamento al seno e la sua prosecuzione più a lungo possibile (in accordo con il pediatra), rappresenta una prevenzione molto importante. Lasciare il biberon al bambino, nel letto può essere un rischio, ed è bene conoscerlo, così come il fumo passivo. I bambini identificati ad alto rischio per otite media acuta ricorrente, sono dei possibili candidati per una profilassi antibiotica di lunga durata, che può ridurre significativamente le ricorrenze. La vaccinazione annuale contro il virus dell’influenza può essere d’aiuto nei pazienti ad alto rischio.
Il trattamento Osteopatico rappresenta anche in questo caso, un aiuto ulteriore ed un supporto all’approccio medico/farmacologico, al fine di massimizzare l’efficacia della terapia farmacologica e in alcuni casi, ridurne la tempistica.