La Sindrome Patellofemorale.
La sindrome patellofemorale si riferisce ad una costellazione di problemi caratterizzati da un dolore diffuso a carico della zona anteriore del ginocchio. Generalmente il dolore aumenta con lo svolgimento di determinate attività quali la corsa, fare le scale (soprattutto in discesa), inginocchiarsi o accovacciarsi.
Eziologia.
L’eziologia della sindrome patellofemorale è multifattoriale, in diversi casi legata al sovraccarico articolare, dovuto ad un “abuso”, ad esempio un’attività sportiva eccessiva e non adeguata alla fase evolutiva svolta in età giovanile. Il sovraccarico articolare può dipendere anche da altri fattori come ad esempio una condizione di sovrappeso, esercizi e movimenti svolti in maniera errata per molto tempo o una postura alterata.
Parlando di numeri, per quanto riguarda la sindrome patellofemorale, le forze applicate sulla superficie articolare della rotula in un uomo di circa 90Kg variano da 272 a 1360 Kg per cm quadrato passando dalla camminata alla corsa. Il malallineamento, sebbene a volte causi dolore, non rappresenta una componente essenziale per la sindrome patellofemorale.
Molto spesso i dolori della parte anteriore del ginocchio vengono unificati nel gruppo delle condropatie. La condropatia è una condizione correlata al deterioramento della cartilagine, e non tutti i dolori del ginocchio presentono questa condizione.
La condropatia femoro-rotulea.
Condropatia è un termine aspecifico con cui in medicina si indica una qualsiasi malattia della cartilagine, sia questa cartilagine appartenente al tipo ialino, al tipo elastico o al tipo fibroso.
La condropatia rotulea è una condizione dolorosa caratterizzata dal deterioramento della cartilagine presente sul lato mediale della rotula. La cartilagine funge da “cuscinetto anti-attrito” , impedendo lo sfregamento dell’osso patellare con le altre ossa dell’articolazione del ginocchio. La condizione degenerativa viene invece chiamata condromalacia.
La condromalacia.
Con il termine condromalacia si intende uno stato avanzato di deterioramento della cartilagine. ( es. condromalacia rotula: patologia del ginocchio ed interessa lo strato di cartilagine protettivo che è collocato dietro la rotula ). La cartilagine non riesce più a svolgere la sua funzione di ammortizzare le forze esercitate sul ginocchio.
Possibili cause.
Come accennato nei paragrafi precedenti le cause per il dolore anteriore del ginocchio possono essere diverse e bisogna analizzare caso per caso attentamente. Un’analisi posturale può essere utile per evidenziare eventuali alterazioni che potrebbero influire sul carico del ginocchio. Una persona con delle forti tensioni anteriori, ad esempio a carico di catene muscolari o viscerali, può sviluppare una statica anteriore che aumenterà il carico sulle ginocchia. Questa condizione a sua volta, nel tempo, potrà manifestarsi con dolore nella zona anteriore. In questo caso le indicazioni comuni per il dolore anteriore di ginocchio, che potrebbero includere antinfiammatori (FANS), crioterapia ( ghiaccio ) e terapie locali. Queste andranno ad agire sul sintomo, il dolore, senza prendere in considerazione la causa, con probabilità che questo si ripresenti nel tempo. L’utilizzo di FANS, ghiaccio e trattamenti topici, possono essere utili se coadiuvati da un lavoro globale sul corpo e quindi sulla postura.
L’utilizzo del Taping Kinesiologico, con le sue diverse applicazioni e la diversità di materiali, come il synthetic seta di asiamed o il Dynamic Tape ®, è un valido aiuto. A seconda del tipo di applicazione si può dare un indirizzo di “scarico” articolare o di sostegno funzionale. Una corretta applicazione aiuta a ridurre i sintomi dolorosi.
L’esercizio terapeutico e preventivo.
L’indicazione principale è farsi vedere da un esperto del settore che potrà indicarvi il percorso migliore per risolvere il problema o consigliarvi ulteriori accertamenti nel caso fossero necessari.
Come esercizi è necessario valutare la fase del dolore. Durante la fase acuta è consigliabile evitare o quantomeno limitare di sovraccaricare l’articolazione eseguendo esercizi in carico, come ad esempio uno squat, mentre sarebbe meglio preferire esercizi in scarico articolare. Sono molto efficaci esercizi in posizione supina e prona come il sollevamento di un arto teso ed il mantenimento di posizioni isometriche ( contrazioni statiche) e il leg curl.
Esistono moltissime varianti di esercizi, con elastici (tra i miei preferiti), con cavigliere, pesi, macchinari, a corpo libero. La cosa migliore però è il consulto con un esperto che vi indichi quali sono gli esercizi più adatti a voi.
Un aspetto importante da ricordare è che anche nella rieducazione sarebbe importante utilizzare esercizi multi-articolari, che sfruttino i principi del movimento e delle catene cinetiche.